In un precedente post avevamo parlato della decisione di Google di rivedere le indicizzazioni relative al posizionamento sul principale motore di ricerca: in sostanza il mobile diventerà indicizzazione primaria a discapito del desktop, ossia il caro ma per certi versi obsoleto pc da scrivania.
Nello stesso post si era anche detto che Google non fa di certo le cose a caso. Ebbene: è arrivato il momento di approfondire questo concetto e cercare di capire perché gli smartphone hanno conquistato la vetta della classifica.
La risposta è lapalissiana: i “millennial” ormai fanno tutto dal mobile e visto che loro sono il presente e il futuro, è il caso di orientarsi verso quella direzione. La stessa cosa dovrebbero fare anche gli operatori del settore turistico-alberghiero.
Il viaggio nasce sul palmo della mano
Perché? La risposta arriva ancora una volta da Google. E dice che i millennial, i giovani al di sotto dei 35 anni, il loro bel viaggio lo pianificano direttamente dal cellulare. Anzi, fanno di più: prenotano volo e hotel direttamente dallo smartphone.
I dati statistici ricavati dal raffronto tra un campione di ragazzi di età compresa tra i 18 e i 34 anni (i millennial, per l’appunto) e gli over 35 sono davvero significativi.
Un esempio? Se per il 41% dei millennial è normale usare il telefonino per acquistare un viaggio, per chi ha più di 35 anni tale opzione è più remota (25% del campione intervistato).
Le distanze si accorciano quando si tratta di prenotare una camera d’albergo, ma i millennials la fanno comunque da padrone: 27% contro il 19% dei “matusa” che hanno più di 35 anni.
Prenotazioni da smartphone: c’è da fidarsi?
Ma le prenotazioni da smartphone sono affidabili? Per gli over 35 fino a un certo punto: solo il 44% del campione si sente tranquillo a procedere con la prenotazione di un volo (contro il 59% dei millennial); la fiducia scende di due punti percentuali (42%) per le prenotazioni degli hotel, mentre quella dei millennial schizza al 64%.
Insomma: due modi completamente diversi di approcciarsi alle nuove tecnologie, ma che dicono molto sul futuro che ci aspetta. E qui entrano in scena anche i social network.
Da un’analisi effettuata per conto di Facebook da Gfk US Digital Travel Booking Journey, infatti, è emerso in maniera chiara che ormai sono i social e gli smartphone a ispirare le vacanze o, meglio, le prenotazioni.
La vacanza ispirata da Facebook, Instagram e Messenger
Anche in questo caso i telefonini sbancano rispetto agli altri dispositivi: l’85% del campione intervistato lo usa per organizzare la propria vacanza. E passa la maggior parte del tempo a “sbirciare” il più seguito dei social (Facebook), più che le app o i siti specializzati.
In ascesa anche Instagram (e non poteva essere diversamente, visto che in questo social ruota tutto intorno alle foto), mentre tra i Millennials addirittura riscuote consensi la chat di Messenger: il 43% degli intervistati preferirebbe confrontarsi con un fornitore più via chat che attraverso la classica conversazione telefonica.
Ma la lente di ingrandimento usata da Facebook per conoscere le abitudini dei suoi utenti offre anche altri spunti interessanti, dei quali gli albergatori e gli operatori turistici dovrebbero tener conto.
Avviso agli albergatori: curate i contenuti e puntate sulle DEM
Sanno, ad esempio, che il 59% delle vacanze sono ispirate da video? Sanno che il 40% del campione intervistato prepara la valigia dopo aver letto l’esperienza di altri viaggiatori? Tutto ciò significa che – tradotto in parole povere – curare i contenuti sul proprio sito web conviene.
Un video ben fatto, un testo ben scritto, hanno un loro ritorno in termini di prenotazioni. E ancora: i potenziali viaggiatori amano anche la pubblicità personalizzata. Ragion per cui una campagna di Direct Email Marketing, solo per fare un esempio, non sarebbe affatto da disdegnare.
Google si conquista con i contenuti di qualità
A proposito di contenuti: è bene sapere, tanto per rimarcare ulteriormente il concetto, che per Google anche nel 2017 i contenuti avranno un peso determinante nello stabilire il posizionamento nel motore di ricerca.
Occorrono dunque contenuti di qualità, in grado di soddisfare le reali esigenze del cliente. Devono in un certo senso anticipare le risposte ai tanti dubbi e alle tante domande che si pongono gli utenti quando stanno cercando l’hotel giusto per il viaggio che hanno in mente.
Mettetevi nei panni dei vostri clienti
C’è il wi fi? È gratis? E il climatizzatore? C’è qualche svago nella struttura? E in camera la tv cosa mi offre? E il bagno è attrezzato? Ci sono asciugamani, prodotti di cortesia e phon? Domande banali, certo. Ma sono esattamente quelle che si pone il potenziale viaggiatore prima di partire.
Quindi: occhio ai contenuti. Nell’anno 2017 valgono più delle varie keyword seminate qua e là. Almeno per Google.
Chiaramente da soli i contenuti non bastano. Se alla base – ricordarlo giova – non c’è un sito facile da consultare, veloce nell’aprire le pagine e, soprattutto, facilmente accessibile dal mobile, le belle parole se le porta via il vento.
La qualità, in altre parole, deve riguardare sia i testi sia gli aspetti tecnici. E a “quantificarla” sono gli stessi utenti: Google “spia” i loro comportamenti, nel senso che verifica il tempo di permanenza medio su una pagina, tasso di rimbalzo e altri parametri. Detto in parole povere: più tempo il visitatore resta “incollato” al sito (o a una pagina) più Google premia.
Ecco perché i tanto snobbati contenuti sono in realtà un investimento e non uno spreco, come forse troppo superficialmente si è portati a credere (ciò lo si intuisce anche da alcuni testi in bella mostra su certi siti web: fanno semplicemente rabbrividire. Anzi, allontanano l’utente medio, di solito dotato di un buon bagaglio culturale).
Perché il cliente preferisce il mobile
Tornando agli altri dati scaturiti dal sondaggio di Facebook, va detto che questo in qualche modo vanno a intrecciarsi con l’analoga ricerca condotta da Google (ma in questo caso non c’è la distinzione tra millennials e over 35).
Il 38% degli intervistati ha prenotato la vacanza direttamente dal mobile, apprezzando l’idea di poterlo fare in qualunque posto (52%) e risparmiando molto tempo (44%).
Morale della favola: da oggi in poi chi non pensa mobile è tagliato fuori. Chi ha un sito web che fa a pugni con lo smartphone, presto o tardi sarà snobbato dai potenziali clienti. Il presente è già mobile, figurarsi il futuro.
Capito perché Google ha deciso di rivedere i criteri di posizionamento sul suo motore di ricerca?